How to meet Mr Mayhem (and live to tell about it) | Sons of Anarchy (Art Tribute)
"Il governo dell'uomo da parte dell'uomo, sotto qualsivoglia nome si mascheri, è oppressione; la più alta perfezione della società si trova nell'unione dell'ordine e dell'anarchia" Pierre-Joseph Proudhon
The bad guys lose, i cattivi perdono, tra le ultime battute di Jax Teller prima del tragico (quanto ridicolo) epilogo della serie. Il cerchio si chiude e, visto che è un cerchio, si chiude esattamente dove si era aperto, o quasi. Nulla sembra essere cambiato. Di fatto, non sapremo mai se il piano finale di Jax avrà funzionato. Sette stagioni per tornare a punto e a capo, vale la pena? Ca@@o si!
Sons of Anarchy, la serie creata da Kurt Sutter, massima espressione della sua poetica, è un cazzutissimo giro in moto, di quelli lunghi che non si dimenticano facilmente, con personaggi memorabili e una colonna sonora con i controcazzi, in grado di eccitare anche un cadavere in rigor mortis. Vi potrei dire che è la storia di Jax Teller e del suo club di motociclisti, la storia delle promesse infrante e di mamme che di materno hanno solo le tette, no, in realtà Sons of Anarchy è la parabola di un cambiamento impossibile. Una linea sottile che corre tra fatalismo e maledizione, una maledizione che non può essere spezzata. Ad ogni tentativo di Jax di portare il club in una condizione di legittimità e pace, così come avrebbe desiderato il suo fondatore (suo padre, JT Teller), corrisponde una maggiore spinta nella direzione opposta, quella sanguinosa. Il classico paradosso del padrino.
In un crescendo di violenza, tra drammi shakespeariani, teste mozzate, rivalità inconciliabili, finte alleanze, segreti terribili, genocidi, matricidi, nuoricidi, qualsiasicosacidio, si giunge, infine, all'amara consapevolezza che il cambiamento vero, l'unico possibile, quello che non riguarda il nostro antieroe e/o il suo club, ma la sua eredità (i sons, i figli), si può ottenere (forse) in solo modo. Quale? Eh...
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