How to find the perfect job (all work and no play) | The Shining (Art Tribute)
Dieci - quindici anni fa Quelo diceva che c'era grossa grisi (molta crisi), oggi la crisi è aumentata, ne siamo talmente pieni che la vediamo ovunque, anche dove non c'è. Piangiamo lacrime di crisi, mangiamo polpette di crisi, ne parliamo al bar e con qualsiasi sconosciuto (eh, c'è la crisi). Piove crisi, la televisione trasmette crisi stasera, la crisi è morta, viva la crisi!
Usiamo e concepiamo il termine crisi soltanto nella sua accezione negativa, intesa come un peggioramento della situazione. In realtà, etimologicamente parlando, la crisi (derivazione dal verbo greco krino = separare, discernere, decidere) intesa invece come momento di rottura (con il passato) potrebbe essere un'opportunità ovvero il presupposto per un cambiamento in meglio. Probabilmente è quello che aveva pensato l'ex insegnante Jack Torrance, accettando il lavoro da custode / guardiano dell'Overlook Hotel nell'autunno del 1975. Chi non vorrebbe 5 mesi di pace tra le montagne rocciose del Colorado, lontano da tutto e da tutti, liberi da internet, dal traffico, dalle opinioni inutili della gente, dai giornalisti...dalla crisi?
Liberamente ispirato all'omonimo romanzo del re dell'horror, diretto dal maestro Stanley Kubrick, interpretato, tra gli altri, dal grande Jack Nicholson, cosa poteva venirne fuori se non un fottutissimo capolavoro?
The Shining esce nel 1980 e ancora oggi rimane un pilastro indiscusso del cinema horror, divenuto ormai un film di culto e icona della cultura pop. Non vi parlerò della trama, né delle sostanziali differenze tra il romanzo di King e la trasposizione cinematografica, entrambi valgono certamente il vostro tempo, vi lascio invece con qualche curiosità:
1) Ricordate il manoscritto di Jack, quello dove era ripetuta all'infinito la frase all work and no play makes Jack a dull boy (il mattino ha l'oro in bocca nella traduzione italiana)? Ebbene, non è un effetto speciale, quello è un reale manoscritto di 500 pagine scritto a macchina dalla segretaria di Kubrick. Ci impiegò mesi.
2) Nel romanzo la stanza 237 è in realtà la 217 (dove vengono uccise le due gemelle). Stephen King iniziò la stesura di The Shining nel 1973, mentre soggiornava nella stanza 217 dello Stanley Hotel, Estes Park, Colorado. Kubrick modificò il numero su richiesta dei proprietari del Timberline Lodge, albergo situato sul Monte Hood in Oregon che fu utilizzato per alcune riprese aeree dell'Overlook Hotel. I proprietari temevano che i clienti, spaventati, non avrebbero più voluto alloggiare nella stanza 217 del loro albergo, tuttavia, dopo l'uscita del film, la stanza 237 divenne la più richiesta, ma, ahimè, quella stanza non esisteva. Geni del marketing.
3) Un fan di Stephen King, Phil Buehler, ha scritto e pubblicato il romanzo che Jack Torrance non ha mai terminato, sì, avete capito bene.
4) Stanley Kubrick, con lo scopo di tutelare il suo benessere psicologico, fece credere all'attore che interpretava il bambino con la luccicanza (aah...), Danny Lloyd, di star girando un film non horror. In alcune scene più forti venne utilizzato un pupazzo al posto del bambino, proprio per evitare che il pargolo vi assistesse. Danny scopre la verità undici anni dopo, a 17 anni.
5) Nel trailer originale c'era la famosa scena del fiume di sangue che scende dall'ascensore. All'epoca era proibito mostrare sangue nei trailer. Stanley Kubrick convinse l' MPAA che quello non era sangue, ma acqua sporca di ruggine. Lol.
6) La famosa scena di Heere's Johnny? Tre giorni per girarla e 60 porte rotte.
7) È noto che Stephen King non sia mai stato un fan dell'adattamento di Kubrick, tra le tante cose che non apprezzò fu la scelta dell'attore protagonista. Nel romanzo la pazzia / possessione di Jack Torrance è molto graduale, nelle prime parti non vi sono elementi espliciti che lasciano immaginare uno sviluppo in tal senso del personaggio. Considerato il precedente ruolo di Nicholson in Qualcuno volò sul nido del cuculo (McMurphy), gli spettatori, secondo King, avrebbero capito sin da subito che Jack sarebbe diventato pazzo.
8) La scena in cui Wendy brandisce la mazza da baseball fu girata 127 volte, ciò rappresenta un record nella storia del cinema. L'aspetto "provato" dell'attrice non era evidentemente il risultato di artifici cinematografici. Interpretare Wendy sotto la direzione di Kubrick fu talmente stressante che Shelley Duvall iniziò a perdere ciocche di capelli durante le riprese. Ah, povera Shelley.
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